In Breve,  Personaggi

Le ultime parole famose

Tempo di lettura: 5 minuti

In questo articolo prenderemo alcune delle “ultime parole famose” e le sfrutteremo non solo per conoscere meglio alcuni personaggi ma anche per comprendere l’origine di espressioni famose e approfondirne il contesto.

Galileo, hai vinto! – Vicisti, Galilaee!

La frase, pronunciata dall’Imperato Giuliano si riferisce alla “resa” dei romani di fronte all’impossibilità di restaurare il paganesimo. Il galileo altri non è che Gesù detto il Cristo, abitante della Galilea.

Giuliano fu infatti, nel quarto secolo dopo Cristo, l’ultimo imperatore a tentare di sconfiggere il cristianesimo a favore delle antiche religioni politeiste.

Muoio col dolore di non vedere redente Trento e Trieste

La frase stavolta è di Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi, riferita alla condizione di Trento e Trieste ancora sotto il dominio austriaco. Le due città sarebbero diventate italiane solo al termine della prima guerra mondiale, e sarebbero state proprio una delle motivazioni che spinsero l’Italia nella Grande Guerra.

Avanti, credo di essere ferito

Umberto I di Savoia diceva così, il 29 luglio del 1900, dopo essere stato ferito a morte dai tre colpi di pistola sparati dall’anarchico Gaetano Bresci. Il sovrano era già scappato a due tentativi di regicidio, causati dalle sue politiche.

Il sovrano aveva infatti represso nel sangue i moti popolari del 1898 ed era accusato di essere complice indiretto di quello che fu lo scandalo della banca romana.

Non è niente. Non è niente.

Ancora un altro attentato, stavolta il più famoso ai danni dell’arciduca Francesco Ferdinando. Era il 28 giugno del 1914 quando a Sarajevo un rivoluzionario bosniaco colpiva a morte l’arciduca. L’azione avrebbe poi causato una crisi diplomatica che avrebbe provocato nel giro di poche settimane la prima guerra mondiale.

Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi.

Queste le ultime celebri parole ancora una volta di un Re. Si tratta di Luigi XVI che sarebbe stato giustiziato poco dopo. Era in corso la Rivoluzione Francese, e si trattava delle prima volta che in una grande monarchia europea un grande sovrano era processato e ucciso dal popolo.

La sua morte avrebbe infatti causato un moto controrivoluzionario che sarebbe poi sfociato nelle guerre napoleoniche ma, nondimeno, in un’ondata di idee di libertà ed uguaglianza.

Ma… ma… ma, signor colonnello.

Secondo alcune fonti sarebbero state queste le ultime parole del dittatore italiano Benito Mussolini prima di essere ucciso. Era il 28 aprile 1945 e Benito Mussolini veniva fucilato.

Non si volle consegnare Mussolini; si temeva che gli Alleati avrebbero processato assieme a lui un intero ventennio di storia italiana, rendendo difficile scindere le colpe del Duce da quelle del popolo italiano. La morte di Mussolini ha probabilmente evitato quindi un processo simile a quello che fu il Processo di Norimberga, e ha forse scoraggiato ancora di più Hitler sulla possibilità di una vittoria finale nei suoi ultimi giorni quando, poco dopo la morte dell’ex alleato, il Fuhrer decise di togliersi la vita.

A Piazzale Loreto sarebbero poi stati esposti i corpi di Mussolini e dell’amante, assieme ad alcuni gerarchi, alla mercé del pubblico.

Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo.

Queste le parole del Che rispetto all’esitazione del suo assassino.

Guevara, guerrigliero argentino famoso per i suoi contributi alla rivoluzione cubana, era infatti stato catturato in Bolivia, dove era andato a esportare l’ideale della rivoluzione. Col sostegno americano però le forze di guerriglia erano state sconfitte e Guevara, dopo la cattura, venne ucciso su ordine della CIA.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.

11 settembre 1973. Salvator Allende parlò così a Radio Magellanes prima di morire. Le forze militari di Pinochet avevano deciso, con il sostegno degli USA di rovesciare il governo socialista di Allende.

Il Presidente del Chile non era comunista, certo, ma nella politica del giardino in casa attuata dagli Stati Uniti, non era ammissibile un governo di sinistra. In particolar modo con l’intensificarsi della guerra fredda.

Dopo la morte di Allende, per mano probabilmente dei militari di Pinochet che assediavano il palazzo presidenziale, il Cile sprofondò in una delle dittature più sanguinarie della storia.

Non sparate.

Poche semplici parole pronunciate da Mu’ammar Gheddafi ai militari, forse francesi, che lo avevano raggiunto e lo avrebbero ucciso.

Gheddafi era stato sicuramente un dittatore ma la sua morte ha però destabilizzato pericolosamente la Libia aiutando il traffico di essere umani e aumentando così la portata della migrazione.

Non solo oggi la situazione politica e militare della Libia è instabile, ma l’economia del Sud della nazione dipende dalle rotte dei migranti, rendendo così ancora più difficile controllare i flussi migratori.

Tu quoque, Brute, fili mi? – Anche tu Bruto, figlio mio? Kai su teknòn; – Anche tu figlio?

Immancabili le celebri parole attribuite a Giulio Cesare in punto di morte. Svetonio riporta nel suo De Vita Caesarum che Cesare vedendo Marco Bruto disse con un solo gemito di voce “καὶ σύ, τέκνον; ovvero “anche tu figlio?”. Ovviamente il greco era la lingua delle élite romane.

La versione latinizzata “Tu quote Brute fili mi?” avrebbe poi ottenuto maggiore successo.

Da notare come la frase potrebbe essere stata rivolta a Decimo Bruto e non a Marco Bruto. Per approfondire perché.

Questa è, ovviamente, solo la versione tramandata dalla tradizione; è probabile che Cesare si sia solo accasciato a terra gemendo e che, come avviene spesso per personaggi della sua portata, gli siano state attribuite delle parole assai più potenti e degne della sua vita.

– Davide


Grazie per la lettura e buon proseguimento sul canale!