Sir Francis Drake: il viaggio di un corsaro
Come visto nello scorso articolo, a Francis Drake vengono attribuite numerose vittorie militari di straordinario valore strategico ma, forse, la sua più grande impresa fu di carattere (quasi) completamente esplorativo.
Ritornato in patria con un bottino immenso dopo le prime scorrerie nelle Indie Occidentali, Drake ricevette nel 1577 dalla regina Elisabetta I il compito di compiere un viaggio segreto. Partì da Plymouth a dicembre a bordo del Pelican (nave ammiraglia), altre 4 navi e un equipaggio di 150 uomini circa con un obbiettivo noto solamente a lui, agli investitori e alla regina: circumnavigare il globo per oltrepassare le rotte spagnole e raggiungere così le ricchezze del Nuovo Mondo.
La partenza
Una volta partito fece rotta per Capo Verde per poi sfruttare i venti e attraversare così l’Atlantico. Fu però proprio in questo primo tratto di viaggio che entrò in possesso di quello che forse si dimostrò il tesoro più redditizio di tutta la spedizione. La sua flotta infatti entrò in contatto con una nave portoghese e, una volta saccheggiata e distrutta, si impadronì delle carte nautiche portoghesi, le stesse con cui Magellano, circa 70 anni prima, aveva circumnavigato il globo. Attraversato l’oceano e riparatosi nella baia di San Julian (nell’odierna Argentina) per l’inverno, dopo aver perso due navi durante una tempesta, ripartì alla volta dello Stretto di Magellano la primavera successiva.
Arrivatoci nell’agosto del 1578, impiegò tre settimane per attraversarlo. Entrato nel Pacifico però la sua flotta si imbatté in una tremenda tempesta che, per 50 giorni, mise in serio pericolo l’intera spedizione causando il naufragio di altre 2 navi. La tempesta inoltre causò una deviazione dalla rotta prestabilita, tanto casuale quanto fortuita.
L’ingresso nel Pacifico
I forti venti fecero dirigere la flotta verso sud-est e, grazie a questo, Drake scoprì un nuovo passaggio fra l’Atlantico e il pacifico, ovvero quello che dopo sarebbe divenuto noto come Capo Horn.
Allora infatti non si credeva possibile un ulteriore passaggio oltre a quello di Magellano (seppur stretto e molto difficile da attraversare). Era credenza comune infatti che un continente costeggiasse i due oceani a sud rendendone praticamente impossibile il collegamento. La scoperta di Drake, seppur completamente casuale, aprì la possibilità ai navigatori inglesi di oltrepassare l’Atlantico senza dover passare attraverso un canale controllato dagli spagnoli.
Negli anni successivi il passaggio per Capo Horn si rivelò comunque difficoltoso: va sottolineato infatti come la tratta venisse invasa da numerosi iceberg durante i mesi freddi a causa della vicinanza al continente antartico e, dunque, resa sostanzialmente impraticabile.
I saccheggi
Giunta finalmente nel Pacifico, la flotta di Drake poté dedicarsi ad un ulteriore scopo fondamentale della spedizione: saccheggiare le città costiere spagnole. Gli spagnoli si trovarono completamente impreparati ad una tale evenienza, privi addirittura di navi militari poste in difesa delle colonie pacifiche; era infatti altamente improbabile che delle potenze straniere potessero giungere sulla costa ovest dell’America Latina senza nemmeno essere individuati o, per lo meno, trovare una degna resistenza lungo il tragitto.
Durante i saccheggi, tra i quali figurano porti come Valparaíso e numerosi galeoni spagnoli, Drake mantenne sempre un atteggiamento da gentiluomo: si sparse la voce infatti che i prigionieri non fossero trattati male e, dopo una collaborazione, fossero addirittura liberati. Questo fece si che, durante le sue scorrerie sulla costa pacifica, potessero essere ridotti al minimo i bagni di sangue e, di conseguenza, massimizzati i guadagni e i bottini.
Nonostante la sua buona reputazione però, Drake rimaneva agli occhi degli spagnoli un pirata. Va ricordato infatti come, essendo assolutamente segreto il viaggio, risultasse segreto anche il coinvolgimento della corona inglese. Un aperto sostegno inglese alla spedizione, quindi ai saccheggi, sarebbe parso alla stregua di un’aperta dichiarazione di guerra all’impero Spagnolo. Così facendo però, la regina Elisabetta I si assicurò che la spedizione di Drake risultasse a tutti gli effetti come un’iniziativa privata finanziata, di conseguenza, da altrettanti privati.
Il passaggio Nord-Ovest
Abbandonata la costa pacifica del sud America, la rimanente flotta di Drake fece rotta alla ricerca del celebre, quanto misterioso, passaggio Nord-Ovest, ovvero uno sbocco che collegasse Atlantico e Pacifico a nord del continente americano. Dopo svariati tentativi però si trovò costretto ad abbandonare e, a causa dei forti venti, venne respinto sulle coste occidentali dell’America (va ricordato come la prima spedizione riuscita in tal senso è da attribuirsi all’esploratore norvegese Roald Amundsen che nel 1906, dopo 3 anni di viaggio, riuscì ad attraversare con successo il mar glaciale artico a nord dell’attuale Canada).
Come detto, prima di riprendere il viaggio per attraversare il Pacifico, Drake fece tappa sulla costa dell’attuale California dove familiarizzò con una tribù di nativi Miwok, prima volta per degli europei sulla costa occidentale dell’America, riuscendo anche a stabilire una prima forma di commercio.
In questo modo fu in grado di far riposare e rifocillare a dovere la propria ciurma in vista dell’attraversata, a differenza di quanto fatto dal suo predecessore Magellano. Quest’ultimo infatti, ignaro della reale durata del viaggio, vide la propria ciurma decimata dalle malattie e dalla fame durante l’attraversamento del Pacifico.
Ristabiliti quindi i viveri e gli approvvigionamenti necessari, riprese la via del ritorno e, dopo 68 giorni di oceano aperto, approdò nelle Isole Molucche, nell’attuale Indonesia, dove, settant’anni prima, era morto lo stesso Ferdinando Magellano.
Il sovrano locale richiese il sostegno di Drake per liberarsi del dominio portoghese ma, a differenza di quanto fatto in precedenza da Magellano, il navigatore inglese non si fece coinvolgere nei dissidi interni dell’isola e, limitandosi ad un proclama di solidarietà, riuscì a caricare la propria nave con 6 tonnellate di chiodi di garofano, una quantità tale da togliere con un unico viaggio il monopolio del commercio delle spezie ai portoghesi.
Il ritorno
Fu così che, nell’autunno del 1580, dopo 3 anni di viaggio e dopo aver circumnavigato il globo (il primo inglese a farlo), Francis Drake ritornò a Plymouth con la sua nave ammiraglia (rinominata Golden Hind, la Cerva Dorata, durante il viaggio in onore di uno dei finanziatori) e 59 membri dell’equipaggio.
Il bottino superò di gran lunga qualsiasi aspettativa: come da accordi infatti, metà dell’intero carico spettò alla corona e il relativo valore, per rendere l’idea, superò di gran lunga le restanti entrate nelle casse statali di tutto l’anno. La metà rimanente inoltre fu sufficiente per rendere ricchi tutti i finanziatori e coloro che avevano preso parte al viaggio.
Nonostante gli spagnoli chiedessero a gran voce alla regina che Drake fosse processato in quanto pirata e delinquente, quest’ultimo venne nominato Cavaliere da Elisabetta I in persona a bordo della Golden Hind il 4 aprile del 1581.
Come già sottolineato nello scorso articolo, gli enormi introiti fruttati da questa spedizione contribuirono non poco allo sviluppo, sia commerciale che militare, di quello che poi divenne l’Impero Coloniale Inglese e, ancora oggi, possiamo assistere agli effetti di tali guadagni in quella che tuttora è conosciuta come la “City” di Londra, una delle capitali della finanza mondiale.
– Nicholas
Grazie per la lettura e buon proseguimento sul canale!
Bibliografia
- La Grande Storia, National Geographic: Vol 26 – L’era delle esplorazioni
- Storia del Mondo Moderno, Cambridge University (Seconda edizione tradotta da Garzanti, 1982): Vol III – La Controriforma e la rivoluzione dei prezzi (1559 – 1610)
- Francis Drake (1)
- Francis Drake (2)
- English Armada
- Francis Drake (3)
- Francis Drake (BBC)
- Francis Drake – RaiScuola (Barbero)
- Francis Drake (4)
- Nombre de Dios